Il seme della parola è stato seminato nel vostro cuore, non siate pigri, ma coltivatelo.
L’albero dona il suo seme alla terra ma non lo trattiene vicino a se, lo affida agli animali che provvedono a portarlo lontano.
L’albero dona il suo seme alla terra ma non lo trattiene vicino a se, lo affida agli animali che provvedono a portarlo lontano.
Chi sa se soffre?
Il Creatore ha voluto spiegare all’uomo, con questa legge, che il nostro seme non va trattenuto.
Il seme marcisce e nessuno può impedire questa marcescenza, il contadino può curare la terra con dei lavori intorno al seme, ma il seme deve marcire e crescere.
Il seme marcisce e nessuno può impedire questa marcescenza, il contadino può curare la terra con dei lavori intorno al seme, ma il seme deve marcire e crescere.
Sicuramente c’è trepidazione nel contadino, ma non può fare niente, deve pazientemente aspettare.
Il Creatore ha voluto spiegare all’uomo questa legge: quando il tuo seme cade nel terreno della donna, la donna che porta il seme va curata con amore e rispetto, nell’attesa non va lasciata un solo istante da sola. Il frutto che verrà fuori appartiene a se stesso e a Dio, quindi non può essere usato come strumento di ricatto o di abbandoni, ma deve essere lasciato libero di andare.
La grazia di Dio ha seminato nel nostro cuore la sua parola, noi dobbiamo curarla cioè farla attecchire nella nostra carne, come Maria ha dato la carne alla Parola e poi l’ha lasciata libera di andare, noi siamo chiamati a dare la parola, specialmente quando è diventata carne dentro di noi.
Se la lasciamo dentro di noi la soffochiamo.
Impariamo anche qui dalla pianta: essa non fa abortire fiori impollinati, solo le cause esterne possono privare la pianta del suo fiore.
Impariamo anche qui dalla pianta: essa non fa abortire fiori impollinati, solo le cause esterne possono privare la pianta del suo fiore.
Perché non rispettiamo questa legge anche noi?