22 giugno 2012

Venerdì

Non accumulatevi tesori sulla terra
 di San Basilio Magno nel quarto secolo


Perché tormentarti e fare tanti sforzi per mettere la tua ricchezza al riparo dietro la malta e i mattoni ? « Un buon nome vale più di grandi ricchezze » (Pr 22 ,1). Ami il denaro per la considerazione che esso ti procura. Pensa quanto più grande sarà la tua fama se ti si può chiamare il padre, il protettore di migliaia di figli, piuttosto che tenere nelle tue borse migliaia di monete d’oro. Che tu lo voglia o no, dovrai ben lasciare qui il tuo denaro, un giorno. Invece, la gloria di tutto il bene che avrai fatto, la porterai con te fino davanti al sovrano Maestro, quando tutto un popolo, accalcandosi per difenderti presso il giudice comune, ti chiamerà per nomi che diranno che l’hai nutrito, che l’hai assistito, che sei stato buono.

         Quanto dovresti essere grato, felice e fiero dell’onore che ti viene fatto. Non sarai tu a dover importunare gli altri alla loro porta. Saranno loro ad accalcarsi alla tua. Però a questo punto, si rabbuia il tuo viso, diventi inabbordabile, fuggi gli incontri per paura di dovere lasciare un po’ di quello che tieni così gelosamente. Non sai dire altro che : « non ho niente, non vi darò niente, perché sono povero ». Povero lo sei, in realtà, e povero di ogni bene : povero di amore, povero di bontà, povero di fiducia in Dio, povero di speranza eterna.

21 giugno 2012

Preghiera

« Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava »
 Guigo il Certosino nel dodicesimo secolo

         Gesù stesso, che è Dio e Signore, la cui fortezza non aveva bisogno di trovare appoggio in alcun ritiro, e non veniva intralciata dalla compagnia degli uomini, pur tuttavia ebbe cura di lasciarci un esempio. Prima del suo ministero di predicazione e prima di fare miracoli, si è sottomesso, nella solitudine, alla prova della tentazione e del digiuno (Mt 4, 1s). La Scrittura ci riferisce che, trascurata la folla dei discepoli, saliva sul monte a pregare, solo (Mc 6, 46). Poi, nell’ora in cui la sua Passione si avvicina, abbandona i suoi discepoli per andare a pregare solo (Mt 26, 36). Questo è un esempio adatto per farci capire quanti vantaggi la preghiera trae dalla solitudine, visto che egli non vuole pregare accanto a dei compagni, fossero anche i suoi apostoli.

         Non bisogna passare sotto silenzio tale mistero che ci riguarda tutti. Lui, il Signore, il Salvatore del genere umano, offre nella sua persona un esempio vivo : Solo, nel deserto, si dedica alla preghiera e agli esercizi della vita interiore – il digiuno, le veglie, e altri frutti di penitenza – superando così le tentazioni dell’ Avversario con le armi dello Spirito.

         O Gesù, accetto che all’esterno, non ci sia nessuno con me ; ma purché dentro di me, io sia maggiormente con te. Guai all’uomo solitario, se non sei con lui ! Quanti uomini mentre stanno nella folla, sono veramente soli, perché non sono con te. Vorrei, con te, non essere mai solo. Poiché in questo momento, anche se nessuno è con me, io non sono solo : da solo sono una folla.

20 giugno 2012

Umiltà

L'abate Olimpo di Scete era schiavo. Scendeva ogni anno ad Alessandria a portare il suo guadagno ai padroni. Questi gli venivano incontro per salutarlo, ma l'anziano metteva dell'acqua in una bacinella e la presentava per lavar loro i piedi. « No, Padre, non darti pena! », gli dicevano i suoi padroni. « So di essere vostro schiavo », rispondeva, « e vi ringrazio di lasciarmi libero di servire Dio. In cambio, vi laverò i piedi, e voi riceverete ciò che ho guadagnato » G1i altri insistevano, e poiché non volevano cedere, Olimpo diceva loro: « Credetemi: se non volete prendere il mio danaro, rimango qui a servirvi». Allora i padroni, pieni di deferenza, gli lasciavano fare quello che voleva; e alla sua partenza lo riaccompagnavano con onore e gli donavano il necessario perché distribuisse in vece loro delle elemosine. Tutto questo lo rese celebre a Scete.

19 giugno 2012

Umiltà

Un fratello andò a visitare uno dei padri della laura di Suca sopra Gerico e gli disse: « Allora, Abba, come stai? ». L'anziano rispose: « Male». Il fratello disse: « Perché, Abba? ». L'anziano rispose: « Perché sono trent'anni che mi tengo ritto davanti a Dio durante la mia preghiera, e ora maledico me stesso dicendo a Dio: «Non aver pietà di tutti quelli che commettono iniquità», e « Maledetti quelli che si allontanano dai tuoi comandamenti». E io che sono un bugiardo dico ogni giorno a Dio: « Danna tutti quelli che mentono". E io che ho del rancore contro mio fratello, dico a Dio: "Perdonami come anche noi perdoniamo». Ed io che metto ogni mia preoccupazione nel mangiare, dico: "Ho dimenticato di mangiare il mio pane». E dormendo sino al mattino, vado salmodiando: "Nel mezzo della notte mi sono svegliato per confessarti ». Non possiedo assolutamente alcuna compunzione e dico: "Ho penato nel mio pianto e le lacrime hanno preso il posto del pane giorno e notte». E mentre ho nel cuore pensieri perversi, dico a Dio: « La meditazione del mio cuore è davanti a te sempre». Ed io che non digiuno assolutamente, dico: "I miei ginocchi si sono indeboliti causa il digiuno". E pieno d'orgoglio e di godimento della carne mi rendo ridicolo salmodiando: "Guarda la mia umiltà e la mia pena e rimettimi tutti i miei peccati». E io che non sono ancora pronto dico: "Il mio cuore è pronto, o Dio». E, in una parola, tutto il mio Uffizio e la mia preghiera tornano a me in rimprovero e in vergogna ». Il fratello disse all'anziano: «Penso, Abba, che Davide disse tutto ciò per se stesso ». Allora l'anziano disse piangendo: « Che dici, fratello? Di certo, se noi non osserviamo ciò che salmodiamo di fronte a Dio, andiamo in perdizione ».

18 giugno 2012

Umiltà

Un anziano ha detto: « Se il mugnaio non copre gli occhi dell'animale che gira la macina, questi si volterà e mangerà il frutto del suo lavoro. Così, per una disposizione divina, noi abbiamo ricevuto un velo che ci impedisce di vedere  il bene che facciamo, di  beatificare noi stessi e di perdere così la nostra ricompensa. E' anche per questo che di tanto in tanto siamo abbandonati ai pensieri impuri e non vediamo più che questi; ci condanniamo così ai nostri stessi occhi, e questi pensieri sono per noi un velo che copre il poco bene che facciamo. In effetti, quando l'uomo si accusa, non perde la sua ricompensa».

15 giugno 2012

Dio

L'abate Giovanni ha detto: « Questa parola è scritta nel Vangelo: "Quando Gesù chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro, le sue mani e i suoi piedi erano legati e il suo viso cinto da un lino; Gesù lo sciolse e lo congedò. Noi dunque abbiamo le mani e i piedi legati e il nostro viso è stato coperto con un lino dalle mani del nemico? Se dunque ascoltiamo Gesù, Egli ci slegherà da tutto questo e ci libererà dalla schiavitù di tutti questi cattivi pensieri. Saremo allora figli del Signore, riceveremo le promesse in eredità e saremo figli del Regno Eterno».

14 giugno 2012

Pensieri

Un fratello interrogò un anziano e gli disse: «Che vuoi che faccia di questi cattivi pensieri che penetrano nel mio cuore?».
L'anziano gli rispose: «Vedi il vestito che riponi in una cassapanca e dimentichi là, senza toglierlo né sbatterlo: sarà perduto, non sarà più di alcuna utilità a nessuno. Ma se tu sbatti il vestito e lo porti costantemente, non si rovinerà ma durerà. Così è per i cattivi pensieri, se tu parli loro e te ne compiaci, essi spingeranno sempre più la loro radice nel tuo cuore, cresceranno e non se ne andranno più. Se, al contrario, tu non gli parli e se, anziché compiacertene, li hai in odio, periranno e usciranno dal tuo cuore».

13 giugno 2012

Dio

Un  novizio volle un giorno rinunciare al mondo. Disse all'anziano: "Voglio diventare monaco". L'anziano rispose: " Non ce la farai". L'altro disse: "Ce la farò". L'anziano disse: "Se realmente lo vuoi, va', rinuncia al mondo, poi vieni ad abitare nella tua cella. Egli se ne andò, donò ciò che possedeva, tenne per sé cento monete e tornò dall'anziano. L'anziano gli disse: « Va' ad abitare nella tua cella ». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: « La porta è vecchia e deve essere sostituita ». Andò dunque a dire all'anziano: «I miei pensieri mi dicono: La porta è vecchia e deve essere sostituita ». L'anziano gli rispose: « Tu non hai ancora rinunciato al mondo; va', rinuncia al mondo, e poi abita qui». Se ne andò, donò novanta monete, ne tenne dieci e disse all'anziano: « Ecco, ho rinunciato al mondo ». L'anziano gli disse: « Va', abita nella tua cella ». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «Il tetto è vecchio e deve essere rifatto ». Andò dall'anziano: « I miei pensieri mi dicono: Il tetto è vecchio e deve essere rifatto ». L'anziano gli disse: « Va', rinuncia al mondo ». Il fratello se ne andò, donò le dieci monete e tornò dall'anziano: « Ecco che ho rinunciato al mondo ». Mentre era nella sua cella i suoi pensieri gli dissero: «Ecco, tutto è vecchio, verrà il leone e mi mangerà ». Espose i suoi pensieri all'anziano che gli disse: « Vorrei che tutto cadesse su di me e che il leone venisse a mangiarmi, per essere liberato dalla vita. Va', dimora nella tua cella e prega Dio ».

12 giugno 2012

Custodire la Mente

Un fratello visitò l'abate Pastor e gli disse: « Mi vengono molti pensieri e mi mettono in pericolo».
L'anziano lo portò allora all'aria aperta e gli disse: « Distendi il tuo abito e chiudici dentro il vento! Il fratello gli rispose: « Questo non lo posso fare! ».  
«Dunque», rispose l'anziano, « se non puoi far questo, ancor meno potrai impedire il sorgere di quei pensieri; ma ciò che puoi fare è resistere loro ».

11 giugno 2012

I Pensieri ci Macchiano?


Un fratello interrogò uno dei padri: «Ci si macchia se si pensano cose riprovevoli? ». Dopo aver esaminato la cosa tra loro, alcuni padri dissero: «sì certamente ci si macchia ». Altri invece dissero: «No, se ci si macchiasse la salvezza diventerebbe impossibile perché noi siamo deboli; al contrario, è possibile salvarsi dal momento che noi non compiamo, corporalmente, ciò che pensiamo ». Il fratello che aveva posto la domanda giudicò che queste risposte discordanti dei padri non gli erano sufficienti. Se ne andò da un anziano di maggiore esperienza e lo consultò su questo punto. L'anziano gli rispose: « Si chiedono compiti a ciascuno secondo la sua misura ». - Il fratello insistette: « Te ne prego nel nome del Signore, spiegami questa parola ». Il vegliardo disse: « Supponiamo che si trovi qui un vaso e che non lo si possa vedere senza desiderarlo. Due fratelli entrano; uno ha ottenuto grandi virtù con l'ascesi della vita, l'altro poche. Se lo spirito del monaco perfetto si turba nel vedere questo vaso e se si dice: "Voglio averlo immediatamente, ma ricaccia il desiderio, non resta macchiato. Quanto a colui che non è ancora giunto a un alto grado di virtù, se brama questo vaso e ne rimugina a lungo il pensiero perchè il desiderio ve lo spinge, ma di fatto non lo ruba, neppure lui si macchia".

Preghiera

Se fai il tuo lavoro manuale nella cella e viene l'ora della preghiera, non dire: « Finirò i miei ramoscelli e il piccolo cesto e dopo mi alzerò», ma alzati subito e rendi a Dio il debito della preghiera; diversamente prenderai a poco a poco l'abitudine di trascurare la tua preghiera e il tuo Uffizio e la tua anima diventerà deserta di ogni opera spirituale e corporale.
Poiché è dall'alba che si mostra la tua volontà.

I PADRI DEL DESERTO

Umiltà

L'abate Antonio scrutava la profondità dei giudizi di Dio.
Domandò: «Signore perchè alcuni muoiono dopo breve vita, mentre altri giungono all'estrema vecchiezza? Perché alcuni mancano di tutto, e altri abbondano di ogni bene? Perchè i malvagi sono ricchi, e i buoni schiacciati dalla povertà?».
Una voce gli rispose: «Antonio, occupati  di te stesso: questi sono i giudizi di Dio e non ti è utile capirli».

7 giugno 2012

Preghiera


Un fratello andò a visitare uno dei padri della laura di Suca sopra Gerico e gli disse: « Allora, Abba, come stai? ». L'anziano rispose: « Male». Il fratello disse: « Perché, Abba? ». L'anziano rispose: « Perché sono trent'anni che mi tengo ritto davanti a Dio durante la mia preghiera, e ora maledico me stesso dicendo a Dio: «Non aver pietà di tutti quelli che commettono iniquità», e « Maledetti quelli che si allontanano dai tuoi comandamenti». E io che sono un bugiardo dico ogni giorno a Dio: « Danna tutti quelli che mentono". E io che ho del rancore contro mio fratello, dico a Dio: "Perdonami come anche noi perdoniamo». Ed io che metto ogni mia preoccupazione nel mangiare, dico: "Ho dimenticato di mangiare il mio pane». E dormendo sino al mattino, vado salmodiando: "Nel mezzo della notte mi sono svegliato per confessarti ». Non possiedo assolutamente alcuna compunzione e dico: "Ho penato nel mio pianto e le lacrime hanno preso il posto del pane giorno e notte». E mentre ho nel cuore pensieri perversi, dico a Dio: « La meditazione del mio cuore è davanti a te sempre». Ed io che non digiuno assolutamente, dico: "I miei ginocchi si sono indeboliti causa il digiuno". E pieno d'orgoglio e di godimento della carne mi rendo ridicolo salmodiando: "Guarda la mia umiltà e la mia pena e rimettimi tutti i miei peccati». E io che non sono ancora pronto dico: "Il mio cuore è pronto, o Dio». E, in una parola, tutto il mio Uffizio e la mia preghiera tornano a me in rimprovero e in vergogna ». Il fratello disse all'anziano: «Penso, Abba, che Davide disse tutto ciò per se stesso ». Allora l'anziano disse piangendo: « Che dici, fratello? Di certo, se noi non osserviamo ciò che salmodiamo di fronte a Dio, andiamo in perdizione ».
 

6 giugno 2012

Dio

Un anziano disse: « Se vuoi vivere, o uomo, secondo la legge di Dio, avrai per protettore l'autore stesso di quella legge ».
Un anziano diceva: « Se il tuo pensiero dimora in Dio, la forza di Dio dimora in te ».

5 giugno 2012

S. Antonio

Il coraggio del cuore e il fatto che uno disprezzi tutti i pericoli, procedono da una di queste due cause: o dalla durezza del cuore, o da 
una grande fede in Dio.
All'una è congiunto l'orgoglio, all'altra invece l'umiltà di cuore.

2 giugno 2012

Grido e Fiducia

Guarda quel tremolio della foglia, ha paura di essere abbandonata.
A te bambino di tutti i tempi, nel silenzo del tuo cuore è rimasta la 
paura dell'abbandono.
Vuoi gridare la tua solitudine, ma a chi puoi gridare il tuo dolore e la 
tua paura?
Intorno a te tanti uomini soli e paurosi che aggrediscono per paura di 
essere ancora abbandonati.
Fatti insegnare dall'uomo della croce come si esce e si guarisce da 
questa ferita avuta nella fanciullezza.
Lui ha gridato al Padre il suo abbandono e la sua solitudine, alternando 
momenti di dolcezza e fiducia.
A te che sei stato abbandonato dai tuoi... e la ferita sanguina ancora e la paura fa da padrona.
A te che non sei stato abbandonato, ma non amato... e non ti accorgi della ferita e la paura imperversa.
A te che sei cresciuto in un mondo di finzioni... e non sai dare un nome alle tue ferite e al tuo isolamento.
A te che per vivere ha dovuto attingere al tuo ego e sei spavaldo... non affronti le paure che ti fanno tremare alla radice.
A tutti questi bambini invito a guardare l'uomo della croce e a pregare con il salmo 22:
Ti occorgi che il tuo Padre celeste ti ha sempre coccolato.
Ti accorgi che nel grido dell'uomo della croce il tuo grido perde di forza.
Ti accorgi che nasce qualcosa di grande nel tuo cuore si chiama fiducia.
Ricordati che "se tuo padre o tua madre ti dovesse abbandonare io non ti abbandonerò". Parola di Dio.
 

1 giugno 2012

Fratello Smarrito

Signore guarda a mio fratello smarrito, che in questo momento ha forte il vuoto e non sa colmarlo.
Nessuno gli ha insegnato che tu sei un Dio che ama,e che non giudica.
Nessuno gli ha detto che il tuo silenzio non è assenza, ma rispetto della libertà.
Nessuno gli ha testimoniato la tua redenzione.
Nessuno gli ha mostrato la via dove ti può incontrare.
Quanti nessuno in questa vita che non sanno dove andare e tutti aspettano un segno.
Il segno è visibile su i campanili delle chiese, sulle cime delle montagne, nei crocicchi di una stradina.
Sei sempre Tu uomo della croce, che mostri il tuo amore di sempre, all'uomo di oggi smarrito, e che guardandoti può guarire: dal morso della disperazione, dal vuoto della fame anche materiale.
Uomo della croce, Tu solo puoi far capire a tuo fratello smarrito il Tuo amore per lui.