PRIMA STAZIONE: Gesù è condannato a morte.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: “Mi avete portato quest’uomo come sobillatore del popolo; ecco, l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui l’accusate; e neanche Erode, infatti ce lo ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò”. Ma essi si misero a gridare tutti insieme: “A morte costui! Dacci libero Barabba!” Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano:“Crocifiggilo, crocifiggilo!” Ed egli, per la terza volta, disse loro: “Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che merita la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò”. Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. (Lc 23, 13-25).
In questo quadro viene in risalto la folla che grida di liberare un omicida, ed è molto probabile che tra quelli che gridano “crocifiggilo!” ci sarà stato qualcuno sanato da Gesù. Dio è madre e non poteva permettere che Barabba venisse ammazzato al posto suo. L’amore non può tradire la sua essenza. L’amore ha l’abitudine di sacrificarsi, perché conosce l’immenso valore dell’uomo. Ogni essere umano appena concepito ha la dignità di persona in quanto è a immagine e somiglianza di Dio.
SECONDA STAZIONE: Gesù prende la croce.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Gesù dice: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà”. (Lc 9, 23-24).
Voglio mettere i miei piedi dove tu lasci le tue orme Signore. Vedere il segno della croce che trascini mi fa pensare alla sofferenza che mi sono procurato. Ho creduto all’amore…..Ho voluto celebrarlo davanti a te…..e poi l’amore non l’ho più trovato e in più ho creato dolore…. Il figlio che ho generato e che ho costretto a crescere nella divisione paga un prezzo troppo alto ….. che anch’io pago. Ciondolando, schiacciato da questo dolore, ti seguo….. Rendimi consapevole che nella croce che porti c’è anche il mio dolore nascosto.
TERZA STAZIONE: Gesù cade la prima volta.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
“Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta”. (Lamentazioni1.12)
Ti vedo nella tua prima caduta, è solo un inizio…..mi sono sposato ed è stata una gioia…..quando ho saputo che mia moglie aspettava un bambino è stato qualcosa di indescrivibile.
Poi ho perso il lavoro e mi sono isolato perché non so come crescere il mio bambino… mi sento confuso e arrabbiato, mi è più facile cadere e cedere allo scoraggiamento. La tua caduta mi dà forza… qualcuno mi aiuterà. So che sei Tu!
La tua caduta mi indica che devo andare avanti e non arrendermi per amore verso mio figlio….perché anche Tu ti sei rialzato e sei arrivato fino in fondo.
QUARTA STAZIONE: Gesù incontra sua madre.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima. (Lc 2.34-35).
La maternità e la figliolanza…
Beata la donna che, indipendentemente dall’essere fertile, ha nei confronti dell’umanità un atteggiamento materno…..aperto alla vita e alla gioia.
Beato quel figlio che sa di essere figlio, che ha la consapevolezza di avere tanti fratelli e non si sente isolato. “Speriamo che non mi veda mia madre ”. Gesù, per proteggere sua madre, forse tra sé ha detto questo. Forse Maria avrà detto: “Perché l’hanno ridotto così ?”
In questo incontro c’è tutto il dolore di una madre e di un figlio… Mio figlio è drogato……mio figlio è in carcere…
Io figlio….. quante menzogne ho detto a mia madre…….dietro queste sbarre mi manca lo sguardo di mia madre…
Tutto questo Gesù tu lo hai vissuto per noi.
QUINTA STAZIONE: il Cireneo aiuta Gesù.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. (Lc 23,26).
Simone di Cirene, uno che tornava dalla campagna dopo una giornata di lavoro, è costretto a portare la croce…
Signore Gesù questo Simone di Cirene è veramente un povero Cristo come te costretto a pagare affinchè la società possa vivere…. Succede sempre così: quando una società è ingiusta e iniqua ci sono sempre i poveri cristi di turno a pagare!
I conti in tasca a coloro che hanno più del superfluo non vengono mai fatti e, per ironia della sorte, questi, quando danno ciò che hanno rubato, vengono anche chiamati benefattori.
SESTA STAZIONE: la Veronica asciuga il volto di Gesù. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. (Is 53,22-3).
La nostra società cura solo l’immagine, tutti coloro che vivono di essenzialità non vengono considerati o meglio non attirano gli sguardi. Abbiamo creato castelli di cartone e personaggi negativi che ci attraggono…ma sono vuoti e celebrano il vuoto.
Gli occhi vivi del Nazareno, pur se in un volto tumefatto e pieno di sangue, ci chiedono di andare oltre le apparenze negative per cogliere il suo amore compassionevole.
SETTIMA STAZIONE: Gesù cade la seconda volta.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. (Is 53, 6-7).
Questa tua seconda caduta mi fa pensare alla solitudine che le famiglie vivono. Esse, quale tessuto della società, dovrebbero interagire tra loro… invece le vediamo portare avanti nell’isolamento la propria dura esistenza. La famiglia soccombe perché è sola… implode nella propria solitudine…
Signore, questa caduta è molto dura ed hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a rialzarti. Signore, la solitudine delle famiglie è anch’essa molto dura…rendici capaci di gesti di solidarietà che permetta loro di sentirsi meno sole.
OTTAVA STAZIONE: Gesù incontra alcune donne piangenti.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteli! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? (Lc 23, 27-31).
Queste donne che piangono rappresentano tutto l’universo femminile…La donna non piange facilmente, quando lo fa è solo perché le è stato strappato un pezzo di cuore. Penso alle tante donne che oggi vengono discriminate sul lavoro solo perché sono mamme! Una società che violenta la vocazione e la dignità della persona è arrivata al capolinea… o cambia o è destinata alla sterilità.
NONA STAZIONE: Gesù cade la terza volta.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: “gli insulti di coloro che ti insultano, sono caduti sopra di me”. (Rm 15, 1-3).
Qui il Male, Gesù, ti ha fatto inciampare e tu sei caduto per la terza volta.
In questa caduta il mio sguardo cade sulle nostre case diventate degli alberghi……dove non c’è il tempo per la condivisione….per la comunione… per rilassarsi… Siamo arrivati a comunicare all’interno della stessa famiglia con i bigliettini… tutti stiamo male ma nessuno ha il coraggio di parlare….. Il fare ha preso il posto del dialogo… le regole sterili, che chi impone non osserva, hanno sostituito l’educazione, l’arte di tirare fuori il meglio del fratello……
DECIMA STAZIONE: Gesù viene spogliato.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: “ Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte”. E i soldati fecero proprio così. (Gv 19, 23-24). Hanno spogliato l’Uomo! Dopo le violenze fisiche si passa all’umiliazione…. all’annullamento della dignità della persona.
Un povero, a cui tutto è stato tolto, diventa imprendibile.
Gesù ti voglio raccomandare quei poveri che sono forti e che vivono questa spogliazione come una sfida… e quei poveri che, invece, avendo perso la speranza si sono suicidati. La stampa di questi poveri non si occupa, perché è solo capace di vendere illusioni.
UNDICESIMA STAZIONE: Gesù è inchiodato alla croce.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
“Giunti sul luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. (Lc 23, 33-34).
La sconfitta del male sono proprio quei chiodi, che ti attaccano al legno e non ti permettono di muoverti. Il male desidera la tua impotenza ma non sa che per te, Uomo della croce, proprio attraverso quei chiodi comincia la vittoria….perchè tanti uomini guardandoti alzano la loro testa e prendono forza per lottare. Quel tuo corpo esile e crocifisso diventa una sfida per andare avanti.
A te, Uomo della croce, voglio dire che il tuo amore mi disorienta e mi responsabilizza. Nel vederti lì appeso qualcosa dentro di me si muove e mi attira …tu credi in me e questi chiodi sono la testimonianza di quanto mi ami. Voglio ricominciare… è il cuore che me lo suggerisce.
DODICESIMA STAZIONE: Gesù muore dopo tre ore di agonia.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
“Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. “Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloi, Eloi, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. (Mc 15, 33-37).
Ora sei visibile a tutti, anche a me …il dolore dentro di me si rinnova e non ne comprendo il motivo. E’ un dolore diverso da quello che mi agita tutti i giorni, è un dolore che allenta l’ansia e la preoccupazione e mi dà forza e speranza…anche se il buio intorno la fa ancora da padrone. Finalmente il Male è stato sconfitto… anche da me se n’è andato….e ha ceduto il passo all’amore.
TREDICESIMA STAZIONE: Gesù è deposto dalla croce.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
“C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatea, una città di Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato, chiese il corpo di Gesù. E lo calò dalla croce.” (Lc 23, 50-53).
In questo momento deve regnare solo il silenzio perché io possa entrare dentro il mistero della tua e della mia sofferenza…per comprendere che ciò che io vivo nella precarietà è già stato vissuto da Te sulla croce.
QUATTORDICESIMA STAZIONE: Gesù viene deposto nel sepolcro
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
“Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò”. (Mt 27, 59-60).
Tu Uomo della croce, modello positivo, devi essere chiuso, sigillato, perché il male vuole proporre modelli illusori ed evanescenti…modelli di cartone per deviare e illudere gli uomini. Questa società fatta di specialisti, di sapienti secondo il mondo, di maestri secondo la carne, ti ha deposto nella tomba…… e molti si sono disorientati, e i testimoni sono stati abbandonati.
QUINDICESIMA STAZIONE: Gesù risorge da morte.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
“Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E’ risuscitato dai morti e ora vi precede in Galilea: là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”. (Mt 28, 1-7).